Una razza, una faccia.

Giovedì 2 novembre 2017

da Preveza ad Astakos

Come sempre, la partenza è intorno alle 9:00.

Stamani mi devo recare all’ingresso del tunnel che passa sotto il mare; sì, un po’ come quello della Manica. Ieri ho chiesto a un poliziotto come potevo passare in bicicletta, visto che c’è il divieto. Lui, con molta tranquillità, mi ha risposto di andare davanti al tunnel, fermarmi lì alla telecamera e aspettare. Così ho fatto! Sinceramente avevo un po’ di dubbi, invece non sono passati neanche cinque minuti e si è presentato un signore con un furgoncino che ha caricato sia me che la bicicletta.

Arrivati all’uscita del tunnel, gentilissimo, mi ha reso la poderosa e mi ha lasciato andare senza nessun costo. Quando si dice che le cose funzionano!

Oggi gli occhi hanno goduto del miglior paesaggio di tutto questo viaggio. Il sapore della Grecia, delle isole greche, del mare greco, l’odore del salmastro, le strade perfette e il traffico scarsissimo.

Ho trovato una coppia di cicloturisti danesi, anche loro vanno ad Atene. Una foto e via, si riparte!

Intorno alle 14 sono arrivato ad Astakos, piccolissimo paesetto di pescatori sul mare, molto carino, un solo albergo, che è diventato il mio.

Oggi c’è bisogno di fare il bucato; piuttosto, se non asciuga, parto con la roba un po’ umida, ma c’è bisogno di lavarla.

Finito il bucato vado a cercare la mia solita insalata greca e poi me ne torno in camera a riposare.

Meccanicamente, sto cercando di ridurre i chilometraggi delle tappe, perché sono un po’ in anticipo sulla tabella di marcia. Quindi cercherò di non superare più i 100 chilometri quotidiani, ma stare intorno agli 80, per arrivare lunedì e fare l’ingresso ad Atene con molta calma. In questo modo mi rimarrà una tappa più corta possibile, in considerazione del traffico che troverò all’ingresso della metropoli.

Via, se i call center smettono di chiamarmi, dormo… 

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